Leggende del Parco San Bartolo

Casteldimezzo: il crocifisso venuto dal mare

Il Parco San Bartolo è permeato di tante storie e leggende che si perdono nel tempo. Una delle più interessanti è quella che riguarda il Crocifisso che si trova nella chiesetta di Casteldimezzo, dedicata ai martiri S.Apollinare e S.Cristoforo.

La leggenda

Leggenda narra che un giovane che stava pascolando le sue vitelle sulle colline di Casteldimezzo vide una grande cassa di legno incagliata tra gli scogli della spiaggia sottostante. Quando si avvicinò vi scorse dentro, tra le fessure, gli occhi tristi di un uomo crocifisso. Lo spavento fu tale che le sue grida attirarono l’attenzione degli abitanti di Casteldimezzo e Fiorenzuola. Dopo i primi momenti di concitazione, il Crocifisso si manifestò in tutta la sua bellezza e tutti gli avventori esultarono e pregarono per questo fortunato ritrovamento.

Seguirono una serie di discussioni su dove poter collocare il crocifisso. Infine si decise di far trainare la cassa dalle vitelle che la portarono fino davanti alla chiesa di Casteldimezzo, dove ancora oggi si può ammirare.
Nel 1517 il crocifisso venne definito “miracoloso” dopo che protesse la comunità di Casteldimezzo, riversata in preghiera dentro la chiesa, per sfuggire al saccheggio di oltre 7000 soldati “oltremontani”, reduci dalla dura battaglia d’Urbino, tra Lorenzo de Medici e Francesco Maria della Rovere, che si era così riappropriato delle sue terre usurpate dal toscano.

Una lapide ne testimonia il terribile evento.

Crocefisso, opera della scultore Antonio da Bonvesin

Il crocifisso è un’opera quattrocentesca dello scultore veneto Antonio da Bonvesin, su disegno e progetto di Jacobello da Fiore, un artista quest’ultimo che ha legato il suo nome ad un’importante corrente di collaborazione artistica tra Marche e Veneto. La leggenda narra che ad inizio del ‘500 Papa Leone X avesse acquistato il crocifisso a Venezia e spedito ad Urbino, per regalarlo a suo nipote Lorenzo de Medici. Ma una burrasca fece naufragare la nave!

Altre voci raccontano invece che sia stato lo stesso Jacobello a spedire il crocifisso a Pesaro per la chiesa di Casteldimezzo. La verità non sarà mai certa del tutto.